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Nell'anno oggetto del rapporto il quantitativo di latte commercializzato è sceso a 3,49 milioni di tonnellate, subendo un calo dell’1,5 per cento. Di queste, 29 000 tonnellate circa (0,8 %) provenivano dal Principato del Liechtenstein e dalle zone franche attorno a Ginevra. La quota di latte biologico rispetto al quantitativo di latte commercializzato totale ammontava al 6,4 per cento, quella ottenuta con foraggiamento senza insilati al 32,3 per cento. Circa 94 000 tonnellate (2,7 %) del latte commercializzato sono state prodotte in aziende d’estivazione.

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Mezzi finanziari e dati statistici – 2015

Anche nel 2015 la Confederazione ha concesso un supplemento per il latte trasformato in formaggio di 15 centesimi il chilogrammo e un supplemento per il foraggiamento senza insilati di 3 centesimi il chilogrammo. Per entrambi i supplementi sono stati impiegati complessivamente 293 milioni di franchi come l’anno precedente. Per l’amministrazione dei dati sul latte e per i mezzi informatici in ambito lattiero la Confederazione ha impiegato 2,5 milioni di franchi circa.

L'Ufficio federale dell'agricoltura (UFAG) ha concluso con la TSM Fiduciaria Sagl (TSM) un accordo di prestazione, che scade a fine 2017, in base al quale quest'ultima è incaricata di registrare e verificare i dati della produzione e della valorizzazione del latte. I valorizzatori del latte sono tenuti a notificare tali dati a cadenza mensile e la TSM è responsabile dell’ottemperanza dell’obbligo di notifica. In caso di irregolarità, alle ditte e alle aziende interessate vengono irrogate sanzioni. Avvalendosi dei dati sulla valorizzazione del latte trasmessile, la TSM elabora i dati per il versamento dei supplementi. Questi sono trasmessi due volte alla settimana all’UFAG il quale provvede al versamento dei supplementi ai valorizzatori di latte che successivamente li erogheranno ai produttori.

Conformemente all'ordinanza sul sostegno del prezzo del latte (OSL; RS 916.350.2), i valorizzatori sono tenuti a versare i supplementi entro il termine di un mese ai produttori dai quali hanno acquistato il latte trasformato in formaggio. Nel conteggio concernente l'acquisto di latte, i supplementi vanno indicati separatamente per produttore. Anche i valorizzatori del latte sono tenuti a indicare nella loro contabilità i supplementi ricevuti e pagati. Il grafico seguente mostra, per l'anno civile 2015, da un lato il numero di valorizzatori di latte che hanno ricevuto supplementi, dall'altro i supplementi per il latte erogati dai valorizzatori, in base alle classi di dimensioni dei supplementi ricevuti.

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Nell’anno oggetto del rapporto hanno beneficiato di supplementi per il latte 2339 valorizzatori, per un totale di 293 milioni di franchi; l’importo corrisposto mediamente a ciascun valorizzatore ammontava a 125 000 franchi. Dalla ripartizione emerge che i supplementi sono concentrati su poche grandi aziende di trasformazione del latte: il 21 per cento dei valorizzatori ha, infatti, ricevuto il 94 per cento circa dei supplementi per il latte, 1406 aziende di trasformazione (60 %) hanno invece ricevuto al massimo 10 000 franchi. In questi casi si trattava prevalentemente di aziende d’estivazione con produzione in proprio di formaggio. Per questa classe di dimensioni i supplementi erogati per il latte trasformato in formaggio ammontavano a 4,9 milioni di franchi.

L'Ispettorato dell'UFAG effettua controlli basati sul rischio presso i valorizzatori che notificano i dati sul latte e richiedono supplementi. Nell’anno oggetto del rapporto sono state controllate circa 250 aziende. Per circa un terzo, l’Ispettorato ha sollevato contestazioni. La maggior parte di queste ha comportato un’ammonizione a causa, ad esempio, di lievi errori di registrazione o lacune riscontrate per la prima volta. I valorizzatori che hanno ricevuto supplementi in eccesso sulla scorta di notifiche scorrette dei dati sulla valorizzazione del latte sono tenuti a restituirli.

Uscite nel settore dell'economia lattiera

Nell’anno oggetto del rapporto in Svizzera le aziende produttrici di latte erano 11 581 nella regione di pianura (incl. zona collinare) e 10 270 nella regione di montagna. Rispetto al 2014, il loro numero è sceso del 3,3 per cento, ossia di 746 unità. Praticamente, ogni giorno più di due aziende hanno abbandonato la produzione lattiera. Inoltre, nel periodo dell’alpeggio, le aziende d’estivazione dedite alla produzione di latte sono state 2541, per un quantitativo di latte commercializzato pari mediamente a circa 37 125 chilogrammi per azienda. 

Nel 2015 la quantità di latte commercializzata ammontava mediamente a 196 992 chilogrammi per azienda di pianura e a 105 503 chilogrammi per azienda di montagna. Nella regione di pianura sono stati forniti soltanto 15 064 chilogrammi in più rispetto al 2014 contro i circa 4319 chilogrammi in più nella regione di montagna. Negli ultimi dieci anni si sono registrati incrementi delle forniture del 60,1 per cento per le aziende di pianura e del 41,7 per cento per quelle di montagna. La diversa evoluzione palesa le migliori opportunità di crescita nella regione di pianura. Anche nel 2015 l'aumento in percentuale del quantitativo medio di latte paragonato all'anno precedente è stato superiore nella regione di pianura rispetto alla regione di montagna.

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Rispetto all’anno lattiero 2000/01 la quantità di latte commercializzata è aumentata quasi del 24,5 per cento per vacca e del 40,5 per cento per ettaro di superficie agricola utile, toccando nel 2015 rispettivamente 6216 chilogrammi per vacca e 6012 chilogrammi per ettaro.

Il calo rispetto all’anno precedente ammonta a 108 chilogrammi per vacca (-1,7 %) e a 24 chilogrammi per ettaro (-0,4 %).

Nel 2015 le aziende produttrici di latte gestite tutto l’anno hanno commercializzato 3,36 milioni di tonnellate di latte, quelle d’estivazione circa 94 000 tonnellate. Il 40,8 per cento dei produttori di latte ne ha commercializzato meno di 100 000 chilogrammi all’anno. La loro quota rispetto alla produzione totale è stata soltanto del 15,5 per cento. Le aziende produttrici di latte con un quantitativo annuo superiore a 350 000 chilogrammi hanno raggiunto una quota del 24,6 per cento del quantitativo totale di latte commercializzato. Nell’anno oggetto del rapporto 585 aziende hanno commercializzato più di 500 000 chilogrammi di latte rispetto alle 558 dell'anno precedente.

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Organizzazione di categoria Interprofessione Latte

L’Interprofessione Latte (IP Latte) è la piattaforma dell'economia lattiera svizzera. Con la decisione dell’11 dicembre 2015 il Consiglio federale ha dichiarato vincolanti fino al 31 dicembre 2017 anche per i non membri le disposizioni del contratto standard dell'IP Latte e del regolamento sulla segmentazione del mercato lattiero. Per i non membri, dunque, vige l'obbligo di concludere contratti scritti per tutte le vendite e gli acquisti di latte con una durata minima di un anno. Nei contratti di acquisto, inoltre, il quantitativo di latte deve essere classificato nei segmenti A, B e C in base al relativo scopo di utilizzo. Nei conteggi dei pagamenti del latte occorre indicare separatamente i quantitativi e i prezzi per segmento.

Classificazione del latte nei vari segmenti, secondo lo scopo di utilizzo

Segmento AProdotti a elevato valore aggiunto con protezione doganale o sostegno (supplementi per latte trasformato in formaggio, compensazione del prezzo della materia prima).

Per il latte del segmento A viene pagato un prezzo superiore rispetto a quello dei segmenti B e C.
Segmento BProdotti con limitato valore aggiunto senza protezione doganale o sostegno per il mercato interno e per l’esportazione.
Segmento CProdotti a basso valore aggiunto per il mercato mondiale.

Per il latte del segmento C viene corrisposto il prezzo più basso.

I valorizzatori sono tenuti a notificare alla TSM a cadenza mensile i quantitativi di latte venduti e acquistati per segmento nonché i latticini prodotti ed esportati con latte dei segmenti B e C. Nel 2015, secondo la valutazione del primo acquisto di latte, l'85,0 per cento di latte è stato commercializzato nel segmento A, il 13,1 per cento in quello B e l'1,9 per cento nel segmento C. Le quote restano quindi praticamente invariate rispetto all’anno precedente.

A fine anno, la TSM verifica se i quantitativi di latte acquistati nei segmenti B e C coincidono con i quantitativi venduti o con i latticini prodotti ed esportati in questi stessi segmenti. Nel caso di differenze superiori al 5 per cento per segmento nell'arco di un anno l'IP Latte può irrogare sanzioni. Nell’anno oggetto del rapporto la TSM ha verificato presso 21 valorizzatori del latte se nel 2014 avevano utilizzato latte dei segmenti B e C soltanto per la fabbricazione dei prodotti consentiti. Due casi, in cui la TSM ha riscontrato lacune, sono stati inoltrati per verifica alla Segreteria dell’IP Latte che non ha individuato alcun abuso per quanto riguarda la segmentazione. 

Hans Ulrich Leuenberger, UFAG, Prodotti animali e allevamento, hansulrich.leuenberger@blw.admin.ch
Rudolf Büschlen, UFAG, Prodotti animali e allevamento
Monika Meister, UFAG, Prodotti animali e allevamento